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Un pianeta blu nella costellazione della Volpetta

Un mondo blu che orbita intorno ad una stella lontana è il primo pianeta extrasolare il cui colore è stato rilevato direttamente e non ipotizzato in base a parametri terzi.
Il pianeta HD 189733 b, identificato nel 2005, è uno degli esopianeti più studiati. Orbita attorno ad una stella della costellazione della Volpetta (Vulpecula), posta a circa 19 parsec dalla Terra. Per confronto consideriamo che Alpha Centauri si trova a 1,34 parsec.

Lo scorso dicembre il team dell'astrofisico Tom Evans della università di Oxford ha sfruttato il telescopio spaziale Hubble per cercare di osservare il pianeta e la stella. Un tentativo in realtà senza grosse possibilità di successo visto che la risoluzione ottica di Hubble non consente, a tali distanze, di distinguere la stella dal pianeta. L'immagine catturabile è di conseguenza una fusione dei due corpi.

Per cercare di campionare questa "immagine mixata" Evans ha atteso che il pianeta orbitasse "dietro" la stella; in tal modo l'immagine catturata da Hubble sarebbe stata privata della componente planetaria.

Come apparirebbe il sole visto dalla stella HD 189733
(credit: space.com)
 Dalla analisi dello spettro luminoso catturato prima e dopo si è così capito che, visto che la componente che mancava era quella blu, l'immagine che noi potremmo percepire se fossimo più vicini sarebbe quella di un pianeta blu. I dati sono stati pubblicati su Astrophysical Journal Letters.

"É la prima volta che questo approccio viene usato per la luce visibile" afferma Alan Boss, della Carnegie Institution for Science di Washington. Nonostante la apperente semplicità "la tecnica impone un tour de force tecnico non indifferente".
Non gli si può dare torto. La quantità di luce visibile che rimbalza su un pianeta è piccola se paragonata alla superficie stellare e questo rende i pianeti difficili da osservare. Fortunatamente, il pianeta HD 189733 b non è di tipo terrestre in quanto a dimensioni, e questo ha reso l'analisi fattibile.
Nonostante il colore sia evocativo di un pianeta marino, è meno che improbabile che sul pianeta ci sia acqua allo stato liquido. Molto più probabile che si tratti di una gigantesca palla di gas come Giove. Del resto lo stesso Nettuno appare bluastro (da qui il nome della divinità associata al mare), un colore dovuto alla elevata presenza di metano nell'atmosfera.
Nel caso di HD 189733 b gli astronomi ipotizzano che il colore sia dovuto a nubi cariche di particelle riflettenti di natura silicea (come a dire gocce di vetro fuso) poste nella atmosfera medio-bassa. Se infatti tali nubi fossero localizzate nella parte esterna dell'atmosfera la luce stellare verrebbe semplicemente riflessa generando l'immagine di un pianeta bianco. Secondo Evans il passaggio della luce attraverso uno strato di sodio, che assorbe molto bene la luce rossa, farebbe si che la luce riflessa (privata della componente rossa) appaia blu. 
Questa è tuttavia solo una delle spiegazioni possibili. Secondo Jonathan Fortney della University of California Santa Cruz, "il colore del pianeta è [invece] coerente con l'idea che la dispersione della luce nell'atmosfera sia causata da molecole di idrogeno".
Comunque sia, è bello sapere di essere stati in grado di osservare un pianeta blu a tale distanza.

(vedi tag a lato "esopianeti" per altre notizie sull'argomento)

Fonti
- First distant planet to be seen in colour is blue
  Nature 2013.13376 (doi:10.1038)
- The Deep Blue Color of HD 189733b (...)

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