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L'estinzione della megafauna australiana: un quesito irrisolto


Non molto tempo fa ho accennato in questo blog del ritrovamento resti di cammelli giganti nel nord-ovest canadese (qui); antenati dei camelidi attuali nati per vivere in climi freddo-temperati e successivamente adattatisi ad ambienti opposti.
Scheletro di un estinto leone marsupiale australiano
Restiamo sull'argomento "giganti" trattando oggi degli, anche loro estinti, animali giganti dell'Australia
Attenzione, non si vuole qui risalire ai tempi del Giurassico, quando i dinosauri di varia taglia la facevano da padroni. Si tratta invece di fare un salto nel tempo tutto sommato modesto, di soli 50 mila anni, fino ad arrivare al periodo in cui - detto per inciso - è avvenuto il probabile contatto riproduttivo tra i cugini Neanderthal e i Sapiens, dopo la separazione avvenuta in Africa circa 300 mila anni prima.


In quel periodo l'Australia era popolata da diverse specie di animali giganti, ora totalmente scomparsi, tra i quali canguri giganti, uccelli non volatori di tre metri di altezza e la tigre della Tasmania.

Perchè sono scomparsi?
I ricercatori hanno escluso i cambiamenti climatici come causa di estinzione della maggior parte di questi giganti. "L'estinzione si è verificata [guarda caso - NdB] circa nello stesso periodo in cui i primi esseri umani si trasferirono nella zona. Un fatto che coincise con il cambiamento il tipo di cibo vegetale disponibile per la megafauna", afferma il professor De Deckker della Australian National University.
Kangaroo Island
Le prove di questa affermazione si trovano in un nucleo di sedimenti prelevati nei pressi della Kangaroo Island. Questi detriti ci hanno permesso di ricostruire la temperatura della superficie del mare nel corso degli ultimi 135 mila anni, così come le variazioni nel tipo di vegetazione nel bacino dell'adiacente fiume Murray". Il team olandese con cui ha collaborato De Deckker, ha scoperto che temperatura superficiale è variata solo di 3°C nel periodo in cui è avvenuta l'estinzione. Una variazione assolutamente trascurabile rispetto ad altre registrate nella stessa zona. Questo dato esclude di fatto il cambiamento climatico come la causa principale della scomparsa della megafauna.  
Ma c'era un'altra variabile da considerare, e questa era la vegetazione. "Prima e durante il periodo in cui si è verificata l'estinzione, il 70 per cento della vegetazione era del tipo di quella osservabile attualmente nelle regioni del nord Australi. Subito dopo questo valore è sceso al 35 per cento ", continua De Deckker.  "Alcuni ipotizzano che sia stato il cambiamento nella disponbilità delle fonti di cibo vegetali ad avere innescato il declino degli animali di media-larga taglia [oggi assenti su tutto il continente - NdB]. In realtà i nostri dati dimostrato che il cambiamento nella vegetazione è la conseguenza della estinzione. La nostra idea è che con un minor numero di erbivori impegnati nel rimuovere la vegetazione si è avuto un accumulo di materiale combustibile che ha reso possibile la formazione di incendi enormi".
Il punto centrale di questa nuova ipotesi è nella presenza di materiale legato ad eventi di combustione SOLO nei sedimenti corrispondenti ai 3 mila anni successivi all'estinzione.
"La natura e la tempistica relativa di questi eventi conferma l'ipotesi [dei mega-incendi] avanzata per la prima volta da Tim Flannery, nel 1990 ", chiosa cavallerascamente De Deckker. 
Una osservazione importante in quanto mostra chiaramente come l'ecosistema si regga su un equilibrio precario. La scomparsa di alcuni attori (animali erbivori) si ripercuote inesorabilmente anche sul regno vegetale e così in un circolo infinito. Una lezione che dovremmo sempre tenere a mente a causa dell'impatto umano sull'ambiente.

Detto questo, rimane aperto il problema centrale, cioè chi o cosa (l'Uomo?) ha causato l'estinzione degli animali giganti?



Fonti
- Giant Australian animals were not wiped out by climate change
Australian National University, news

- Influence of the tropics and southern westerlies on glacial interhemispheric asymmetry

De Deckker, P, Moros, M, Perner, K, Jansen, E. 2012, , Nature Geoscience, vol. 5, no. 4, pp. 266-269.

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