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Comprendere il "bovinese"

I ricercatori inglesi dell'Università di Nottingham e della Queen Mary University si sono improvvisati agenti segreti intercettando discretamente per dieci mesi le "conversazioni" tra i bovini al pascolo in una fattoria del Nottinghamshire, ponendo particolare attenzione all'interazione tra una mucca e il suo vitello.
(Credit: Queen Mary Univ.)
Per farlo si sono avvalsi di strumenti di rilevazione sonora altamente sensibili con cui carpire a distanza tutta la gamma di suoni altrimenti difficilmente distinguibili. La quantità di dati raccolta è stata così elevata che ci è poi voluto un altro anno per analizzarla.

Due sono le tipologie di suoni materni identificati: quelli a bassa frequenza emessi quando i vitelli sono vicini e quelli a frequenza e intensità maggiore quando i vitelli sono fuori dal campo visivo della mucca. I vitelli a loro volta emettono richiami quando vogliono mangiare.
E fin qui nulla di così strano.
Il dato nuovo (finora solo ipotizzato) è che tutte e tre le tipologie di chiamate sono individualizzate per ogni coppia madre/vitello; solo il destinatario reagisce al richiamo. Altro elemento interessante è che i suoni materni variano con l'età del vitello.

Oltre ad un puro interesse scientifico, questi risultati potrebbero fornire uno strumento per monitorare i vocalizzi del bestiame negli allevamenti e ottimizzare così lo stato di benessere rimuovendo sul nascere i fattori di stress ambientale.

(articolo sullo stesso tema --->  "Se sei mio figlio identificati con la password che ti ho dato quando eri nell'uovo")

Fonte
- Acoustic analysis of cattle (Bos taurus) mother–offspring contact calls from a source–filter theory perspective
Mónica Padilla de la Torre et al, (2015) Applied Animal Behaviour Science, v163, pag 58–68

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